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Eseguito a Bergamo l'ultimo trapianto della catena innescata da una donazione samaritana di rene

È stato eseguito all'Ospedale Papa Giovanni XXIII l'ultimo trapianto della catena innescata da un donatore vivente samaritano. Il donatore samaritano è colui che, senza alcun legame affettivo con i riceventi, decide di donare un proprio rene a scopo di trapianto. Questo gesto ha reso possibile la donazione da parte di altri congiunti di pazienti in attesa di un rene, disponibili a donare ma non compatibili tra di loro.


In particolare, grazie alla donazione da vivente cross-over, è stato possibile incrociare in successione tutti i donatori e i riceventi delle coppie - idonei al trapianto da vivente ma incompatibili tra di loro a livello immunologico o per gruppo sanguigno- creando una catena di donazioni e di trapianti.

Il primo anello di questa catena è stato un donatore da vivente samaritano, un singolo donatore che, senza alcun legame affettivo con i riceventi, ha deciso di donare un proprio rene a scopo di trapianto per salvare la vita di un paziente. Un gesto altruistico che in Italia è ammesso solo per il rene, e segue gli indirizzi espressi dal Comitato Nazionale di Bioetica del 23 aprile 2010 e dal Consiglio Superiore di Sanità del 4 maggio 2010, nel rispetto della legge n. 458/67 e del suo regolamento attuativo n. 116 del 16 aprile 2010.

Il donatore samaritano è stato inserito in un programma di carattere nazionale gestito dal Centro Nazionale Trapianti che prevede un iter specifico e scrupoloso per la valutazione clinica del donatore, la valutazione psicologico/psichiatrica e una valutazione di parte terza che, per la donazione samaritana, viene compiuta da una commissione nazionale. Superate queste tre fasi il donatore samaritano è stato considerato idoneo ed ha seguito il protocollo gestionale che prevede l' allocazione dell' organo donato nel programma cross-over.

Per trovare la catena ideale tra queste 3 coppie è stato necessario progettare una combinazione basata su un primo livello di abbinamento tra donatori e riceventi eseguito dagli esperti del Centro Nazionale Trapianti. Il laboratorio di tipizzazione tissutale e immunologia dei trapianti del Centro Regionale Trapianti Lazio ha eseguito i test clinici dei campioni di siero dei riceventi con le cellule dei donatori confermando i cross match negativi e quindi l' idoneità della catena.

Martedì 5 Luglio alle ore 6.10 il secondo donatore di rene Samaritano d' Italia ha donato il proprio rene in un centro della Lombardia e da quel momento è partita una organizzazione complessa che ha riguardato 4 donatori (1 maschio e 3 femmine) e 4 pazienti (3 maschi e 1 femmina) che hanno ricevuto il trapianto.

Questa catena, durata 33 ore e mezzo, ha coinvolto il coordinamento nazionale (CNT), il coordinamento operativo (CNTO) nella gestione delle procedure di prelievo e trapianto, la Fondazione IRCCS Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, l' Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, l?Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, l'Azienda Socio Sanitaria Territoriale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la Polizia di Stato.

Tre i centri in cui sono stati prelevati i quattro reni, tre i centri di trapianto che hanno ricevuto gli organi donati, 4 équipes e circa 55 persone coinvolte tra medici, infermieri, rianimatori, operatori della Polizia di Stato, che ha assicurato il rapido trasporto degli organi con personale della Polizia Stradale a bordo della Lamborghini Huracan, percorrendo circa 1.000 km, ?un processo seguito in diretta tramite il gruppo di Whatsapp creato dal CNT Operativo per un aggiornamento costante h24.