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Riabilitazione robotica, un guanto aiuta a recuperare l’uso della mano

guanto robotico
Il guanto robotico

Il dispositivo di ultima generazione in uso alla Riabilitazione specialistica di Mozzo sarà impiegato per il recupero funzionale dell’arto superiore di circa 650 pazienti all’anno in cura a seguito di ictus, lesioni del midollo spinale, traumi sportivi. 

È da poco arrivato nella sede di Mozzo (BG) della Riabilitazione specialistica dell’ASST Papa Giovanni XXIII il dispositivo di riabilitazione funzionale più avanzato per chi ha perso in tutto o in parte la capacità di muovere una mano. Lo speciale guanto per la riabilitazione robotica dei pazienti neurologici con deficit motori o cognitivi è in grado di mobilizzare le dita, rilevare i movimenti attivi del paziente ed effettuare esercizi “a specchio” con entrambe le mani.

I pazienti che possono beneficiare del nuovo guanto robotico sono circa 650 ogni anno, tra pazienti degenti a Mozzo oppure seguiti in ambulatorio e che abbiano necessità di effettuare un training riabilitativo a seguito di eventi quali ictus, lesioni del midollo spinale, traumi sportivi oppure perché affetti da neuropatie periferiche o paralisi cerebrale infantile. Si tratta di circa il 70% del totale dei pazienti seguiti ogni anno dalla Riabilitazione specialistica del Papa Giovanni XXIII. Le principali caratteristiche del dispositivo sono state illustrate in una dimostrazione pratica dal Direttore della Riabilitazione specialistica Silvia Galeri, insieme allo staff che sta completando l’addestramento formativo.

La riabilitazione robotica è un trattamento sicuro ed efficace che può migliorare significativamente la qualità di vita delle persone con disabilità motorie – ha spiegato Galeri -. La riabilitazione robotica consente di eseguire esercizi più intensi e ripetuti. Il supporto ed il feedback forniti al paziente sono personalizzabili. I progressi vengono registrati per calibrare il programma riabilitativo. I sistemi robotici aiutano a ridurre il dolore e lo stress associati alla riabilitazione. Ciò consente di ottenere risultati migliori e più rapidi, quando la robotica viene utilizzata in combinazione con altri metodi di riabilitazione tradizionali, tracciando percorsi di recupero sempre più raffinati e coinvolgenti per il paziente”.

Guanto roboticoIl dispositivo robotico di Mozzo è l’unico con queste caratteristiche evolute tra i pochi dispositivi simili presenti negli altri centri pubblici di Regione Lombardia. Il guanto robotico è stato installato in una sala riservata alla riabilitazione con dispositivi robotici o automatizzati, insieme alla pedana stabilometrica per lo studio delle anomalie posturali.

Lo sviluppo tecnologico nella robotica e nell’intelligenza artificiale mette a disposizione opportunità sempre più efficaci per affrontare la disabilità – ha commentato Mauro Moreno, Direttore sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Questo investimento per noi rappresenta uno strumento per agevolare, in prospettiva, un più rapido recupero per centinaia di pazienti. Su scala più ampia, l’utilizzo diffuso degli strumenti robotici può portare a una riduzione in termini di spesa pubblica dei percorsi di cura dei pazienti, perché tende a ridurre i tempi di degenza e, in casi come questo, anche gli interventi riabilitativi sia in fase di ricovero, sia dopo le dimissioni a domicilio o in struttura residenziale”.

"Siamo molto soddisfatti. Questo investimento va nella direzione giusta - ha commentato il Direttore generale dell'ASST Papa Giovanni XXIII Francesco Locati, presente a Mozzo per la dimostrazione del guanto robotico -. Voglio ringraziare tutto il personale che collaborerà su questa nuova tecnologia, così come tutto il personale che si occupa di riabilitazione tradizionale in tutte le sue forme nella nostra struttura di Mozzo. La riabilitazione robotica porterà beneficio ai pazienti che ne avranno necessità, per il recupero funzionale in modo rapido e completo sia dal punto di vista motorio che cognitivo. Sappiamo quanto sia importante la componente motoria per la qualità di vita e di relazione e le profonde correlazioni con la capacità cognitiva per il pieno recupero funzionale, grazie anche alle innovazioni tecnologiche che si stanno affacciando e che ci devono trovare preparati”.