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Enuresi notturna

Casa è
Il termine enuresi notturna indica l’incontinenza urinaria intermittente durante la notte (“il bambino fa la pipì nel letto”). È un sintomo molto frequente in età pediatrica, con una prevalenza che va dal 5 al 10% dei bambini entro i 7 anni di età. Questa condizione è una condizione benigna che spesso si risolve spontaneamente con la crescita del bambino. Spesso l’enuresi notturna ha una predisposizione familiare. Dal momento che questa condizione patologica è molto stressante, sia per il bambino che per la famiglia, la valutazione medica e il conseguente trattamento sono consigliati a partire dai 6-7 anni di età.

Cause
I fattori che contribuiscono all’instaurarsi dell’enuresi notturna sono:

  • alto volume di urina prodottto durante la notte
  • ridotta capacità vescicale notturna o aumento dell’attività del muscolo detrusore della vescica
  • disordini del risveglio

La valutazione del bambino con enuresi notturna prevede

  • la ricerca di eventuale familiarità per la patologia
  • l’esclusione di cause organiche mediante l’esecuzione di esame delle urine, urocoltura ed ecografia dell’apparato urinario.
  • valutazione delle abitudini dell’alvo ed esclusione di un’eventuale stipsi associata

Al genitore verrà chiesto di compilare un diario minzionale dove indicherà la quantità di notti asciutte e notti bagnate in 1 mese, indicherà il volume di liquidi assunti durante la giornata, il numero di minzioni quotidiane con eventualmente la quantità di urine ad ogni minzione.

Trattamento
Il trattamento iniziale di questa condizione prevede una rieducazione delle abitudini quotidiane del bambino: spesso il bambino ha un atteggiamento ritenzionista (trattiene tanto la pipì), pertanto è utile educare il bambino a fare pipì ogni 3 ore; la pipì, quando possibile, deve essere fatta in 2 tempi, ossia un’iniziale pipì seguita a 10 minuti di distanza da un’altra pipì, al fine di favorire il completo svuotamento della vescica; è utile ridurre l’assunzione di liquidi durante il pasto serale e soprattutto l’astensione dall’assunzione di liquidi dopo cena; evitare a cena cibi ricchi di sostanze diuretiche, come i latticini; avere una corretta abitudine al sonno, mandando a letto il bambino sempre allo stesso orario e garantendogli un riposo adeguato di 7-8 ore consecutive.

In caso i provvedimenti di rieducazione siano inefficaci, il secondo step prevede l’utilizzo di disincentivatori, ossia strumenti atti a disincetivare il bambino a bagnare il letto durante la notte; se il bambino viene svegliato quando fa pipì a letto (anche tramite l’utilizzo di appositi allarmi acustici in commercio) e esortato al rifacimento del letto, innescherà una reazione riflessa per cui l’evento “pipì a letto” viene interpretato come evento stressante, portando quindi al risveglio prima di bagnare il letto.

Il trattamento farmacologico prevede invece l’utilizzo di analoghi della desmopressina (ormone antiduretico) sottoforma di spray nasale, ad un dosaggio crescente secondo uno schema consegnato ai genitori, che possono essere efficaci se associati a corrette abitudini comportamentali del bambino.

Laddove l’enuresi notturna sia persistente, sarà necessario eseguire esami di approfondimento per valutare la funzione contrattile della vescica o altre cause organiche sottostanti alla patologia.